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Edizione 2014

La migliore offerta

Copertina 17.12.14 ore 16.00

LA MIGLIORE OFFERTA Di: Giuseppe Tornatore 2013, IT 124 min.

Con: Geoffrey Rush (Virgil Oldman) l Jim Sturgess (Robert) l Sylvia Hoeks (Claire Ibbetson) l Donald Sutherland (Billy Whistler) l Philip Jackson (Fred) l Dermot Crowley (Lambert) l Liya Kebede (Sarah)

Titolo originale: THE BEST OFFER Scheda film
Virgil Oldman è un'istituzione: banditore d'aste richiestissimo, esperto d'arte e collezionista. La sua unica passione è l’arte. Concentrandosi sui piccoli dettagli, riesce a stabilire non solo l’autenticità di un quadro, ma anche il suo valore in prospettiva. Il suo è un occhio oltremodo allenato per capire ciò che a chiunque altro sfugge. Il giorno del suo 63° compleanno riceve la telefonata di Claire Ibbetson, che lo incarica della dismissione di alcune opere d’arte di famiglia. Ma all’appuntamento per il sopralluogo lei non si presenta e per varie ragioni non si farà vedere nemmeno durante l’inventario, il trasporto e il restauro delle opere. Più di una volta ha l’impulso di rinunciare, ma la misteriosa donna che si nega alla sua vista affermando di essere agorafobica lo convince sempre a tornare sui propri passi. Inizia così un’esperienza imprevedibile che cambierà la sua esistenza. Film di respiro internazionale, straordinario per struttura narrativa, suspense, ambientazione e cast, dove primeggia il carisma di Geoffrey Rush, supportato da Jim Sturgess, che da restauratore di congegni meccanici di ogni epoca, aiuta Virgil a ricomporre i pezzi di un misterioso automa settecentesco che porta la firma di Jacques de Vaucanson. Un’opera che resterà nel tempo. GIUSEPPE TORNATORE (Bagheria, 27.05.1956) Debutta sul grande schermo con Il camorrista (1986) e vince un Nastro d’Argento come miglior regista esordiente. L’incontro con il produttore Franco Cristaldi porta alla genesi di Nuovo cinema Paradiso (1988) che riscuote un successo clamoroso e gli dà notorietà internazionale (Gran Premio della Giuria a Cannes e Oscar per il miglior film straniero). Dirige Stanno tutti bene (1990) interpretato da Mastroianni (Nastro d’Argento per la miglior sceneggiatura). In Una pura formalità (1994) compaiono due star internazionali, Polanski e Depardieu. Dirige L'uomo delle stelle (1995) con Castellitto nel ruolo di ladro di sogni (David di Donatello e Nastro d’Argento per la miglior regia). La leggenda del pianista sull'oceano (1999) con Tim Roth protagonista e la colonna sonora di Ennio Morricone (David di Donatello, 2 Nastri d’Argento). Malèna (2000) è una co-produzione italo-statunitense. La sconosciuta (2006) (3 David di Donatello, candidato agli Oscar per il miglior film straniero). Baarìa (2006) racconta una parte di vita vissuta nella sua città d’origine. Nel 2010 riceve la laurea honoris causa, nel 2011 il Premio Federico Fellini per l’eccellenza artistica. La migliore offerta (2013) girato tra Bolzano, Merano, Vienna, Praga, vince numerosi premi (6 David di Donatello, 6 Nastri d’Argento, 1 European Film Award) è un grande successo e conferma un regista brillante che sa farsi amare dal pubblico. (da Wikipedia, MyMovies, Il Morandini)


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Il fantasma galante

Copertina 26.11.14 ore 16.00

IL FANTASMA GALANTE Di: René Clair 1935, GB 82 min.

Con: Robert Donat (Murdoch Glourie ǀ Donald Glourie) l Jean Parker (Peggy Martin) l Eugene Pallette (Joe Martin) l Elsa Lanchester (Miss Shepperton) l Ralph Bunker (Ed Bigelow) l Everley Gregg (Mrs. Martin)

Titolo originale: THE GHOST GOES WEST Scheda film
Tratto dal racconto Sir Tristam Goes West di Eric Keown. Murdoch Glourie, nobile scozzese, non ama la guerra e preferisce correre appresso alle belle ragazze. Muore ingloriosamente, ucciso dall’odiato vicino di casa McLaggan. Il padre lo condanna a vagare in eterno come fantasma fino a quando non avrà vendicato l’onore degli avi. Due secoli dopo, l’ultimo erede dei Murdoch, perseguitato dai creditori, vende il castello in rovina a un uomo d’affari americano che lo smonta, lo imballa e lo spedisce in Florida. Incluso nel prezzo ma non nel contratto il fantasma di 700 anni. Una grandiosa festa è indetta per l’inaugurazione del castello perfettamente ricostruito. Culmina con l’apparizione del fantasma, che ritrova un erede dei McLaggan, vendica l’antica onta e può finalmente dormire in pace. Scritta con il commediografo Robert Sherwood, è il primo film di Clair in cui il dialogo ha un posto importante. Nel 1936 il National Board of Review of Motion Picutures lo ha inserito tra i migliori film stranieri dell’anno. Presentato alla 4ª Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia. RENÉ CLAIR nome d’arte di René-Lucien Chomette (Parigi, 11.11.1898 - Neully-sur-Seine 15.03.1981) Formatosi culturalmente nei movimenti d'avanguardia, sensibili alle possibilità espressive della settima arte. In quegli anni dichiarava: «Cinema è ciò che non può essere raccontato. Ma cercate di farlo capire a gente deformata da trenta secoli di chiacchiere». A questa professione di fede rimase fedele per tutta la sua lunga carriera. I suoi due primi film, Paris qui dort (1924) su uno scienziato pazzo che si serve di un raggio misterioso per addormentare Parigi e Entr'acte (1924) da un'idea di Francis Picabia, opera più di avanguardia, libera da qualsiasi schema narrativo, che mantiene ancor oggi intatta la sua freschezza, furono ispirati dal clima del dadaismo. All'avvento del sonoro l'artista è già maturo. Le «chiacchiere» che tanto odia diventano un «motore di riserva» che interviene ad abbreviare spiegazioni visive, sottolineare momenti drammatici o comici. A me la libertà (1931) è un'opera alla quale si ispirò Chaplin per alcune sequenze di Tempi moderni (1936). In Inghilterra girò due commedie: Il fantasma galante (1935) Vogliamo la celebrità (1937). La guerra Io indusse ad emigrare negli Stati Uniti (1941-1946) dove girò quattro film. Il ritorno in patria coincise con la realizzazione di Il silenzio è d'oro (1946) una dichiarazione d’amore al cinema muto delle origini. Con questo testamento spirituale di un uomo che non riesce più a vivere in sintonia con la propria epoca, si chiude la sua grande produzione. I film seguenti, dall'ambizioso La bellezza del diavolo (1950) al vaudevillesco Le belle di notte (1952) dall'elegante Grandi manovre (1955) al manierato  Quartiere dei lillà (1957) non aggiunsero nulla d'essenziale all'arte di questo maestro. (da Wikipedia, MyMovies)


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Margin Call

Copertina 29.10.14 ore 16.00

MARGIN CALL Di: J. C. Chandor 2011, USA 107 min.

Con: Jeremy Irons (John Tuld) l Kevin Spacey (Sam Rogers) l Paul Bettany (Will Emerson) l Demi Moore (Sarah Robertson) l Zachary Quinto (Peter Sullivan) l Simon Baker (Jared Cohen) l Stanley Tucci (Eric Dale)

Titolo originale: MARGIN CALL Scheda film
Thriller ambientato nel mondo dell’alta finanza che coinvolge gli uomini chiave di una grande banca di investimenti durante le drammatiche 24 ore che precedono la più grave crisi della finanza globale dal 1929 in poi. Il 15 settembre 2008 la Lehman Brothers chiede la procedura fallimentare. Si parte col licenziamento in tronco del capo della gestione rischi: accompagnato alla porta, lascia a un giovane analista una chiave USB contenente informazioni che potrebbero provocare il fallimento dell’azienda. Inizia una frenetica corsa contro il tempo. È appena iniziata la notte. Il giovane mette insieme i pezzi mancanti e dà l'allarme ai piani alti. La banca ha le ore contate. Puntiglioso, tagliente, arguto, il thriller fa un discorso molto chiaro: i responsabili del disastro sono vittime della loro stessa attività, della miopia e degli sbagli nell'ordine delle priorità. Il sistema di Wall Street può essere condannabile, ma vi lavorano persone diverse per responsabilità tecniche ed etica personale. Scritto e diretto dall'esordiente Chandor il cui padre lavorò per quasi 40 anni nella banca Merryl Lynch (da tempo scomparsa). JEFFREY C. CHANDOR (Morristown, 24 novembre 1973) Regista e sceneggiatore. Nato a New Jersey, cresciuto a Basking Ridge, si diploma nel 1992 alla Ridge High School. Nel 1996 si laurea al College di Wooster, in Ohio, e successivamente studia cinema presso la New York University. Per quindici anni lavora come regista di spot pubblicitari e nella produzione di documentari. Nel 2011 dirige il suo primo lungometraggio, Margin Call, incentrato sulla crisi economica del 2008-2013. Il film è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2011 e in concorso alla 61. Edizione del Festival di Berlino dove è stato nominato per l’Orso d’Oro. Nel 2012 raccoglie numerosi riconoscimenti tra cui l’Independent Spirit Award per il miglior film d’esordio e una candidatura al Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Nel 2013 ottiene altri riconoscimenti internazionali per All Is Lost - Tutto è perduto, film privo di dialoghi che vede Robert Redford, unico protagonista, navigare a vista sull’Oceano in seguito a una tempesta. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, il film ha vinto il Golden Globe per la miglior colonna sonora ed è stato nominato al Premio Oscar per il miglior montaggio. (da Il Morandini, Wikipedia, MyMovies)


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Il comandante e la cicogna

Copertina 24.09.14 ore 16.00

IL COMANDANTE E LA CICOGNA Di: Silvio Soldini 2012, It 102 min.

Con: Valerio Mastandrea (Leo) l Alba Rohrwacher (Diana) l Giuseppe (Beppe) Battiston (Amanzio) l Claudia Gerini (Teresa) l Luca Zingaretti (Avvocato Malaffano)

Titolo originale: IL COMANDANTE E LA CICOGNA Scheda film
Leo Buonvento (Valerio Mastandrea) è un padre premuroso di due adolescenti e vedovo di una consorte in bikini, Teresa (Claudia Gerini), con cui si intrattiene in dialoghi immaginari. Idraulico efficiente, come le caldaie dei suoi clienti la sua vita fa acqua da tutte le parti. Diana (Alba Rohrwacher) è una giovane artista sognatrice che in attesa della grande occasione della sua vita non sa come a pagare l’affitto. Padrone di casa è Amanzio (Giuseppe-Beppe Battiston), originale moralizzatore urbano che ha lasciato il lavoro per un nuovo stile di vitra. Leo e Diana si incontrano per caso nello studio del losco avvocato Malaffano (Luca Zingaretti). Lei ci è andata per dipingere un affresco sulla parete della sala d’aspetto, lui per tentare di togliere dai guai la figlia. Le loro storie si intrecciano in una città emblema del nostro tempo, sotto lo sguardo severo e ironico delle statue di Garibaldi, Verdi, Leopardi, che dai loro piedistalli - dove ne hanno viste tante - commentano la vicenda. E poi c'è la cicogna, leggerezza simbolica, positiva, di qualcosa che deve nascere, che vola alto sopra la città. SILVIO SOLDINI (Milano, 1° agosto 1958) A 21 anni si trasferisce a New York per studiare cinema. Torna a Milano nel 1982 dove lavora come traduttore di telefilm americani e aiuto regista pubblicitario. La voglia di cinema si alimenta grazie all’amicizia con un gruppo di appassionati (come Luca Bigazzi che sarà poi il suo direttore della fotografia). Fonda la casa di produzione Monogatari, con la quale nel 1990 realizza il suo primo lungometraggio, L'aria serena dell'Ovest, in concorso a Locarno, uno tra i film più rappresentativi di quella tendenza alla rinascita che fu chiamata Nuovo Cinema Italiano. Autore colto e raffinato, di certo tra i più importanti di questi anni, ha dimostrato di trovarsi a proprio agio sia con film più impegnativi come Brucio nel vento, Un'anima divisa in due e Le acrobate, che con commedie sentimentali e rocambolesche, come Pane e tulipani e Agata e la tempesta. Il suo cinema si distingue per unità tematica e formale: il semplice rigore nella regia, la concezione del cinema come lente che legge la vita, la leggerezza del tocco, sono solo alcuni degli elementi che concorrono a definire lo stile mentre inquietudine e tensione a percorrere il cambiamento sono i temi forti che innervano le sue storie e i suoi personaggi. (da Wikipedia)


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Viva la libertà

Copertina 27.08.14 ore 16.00

VIVA LA LIBERTÀ Di: Roberto Andò 2013, Fr 100 min.

Con: Toni Servillo (Enrico Olivieri/Giovanni Ernani) l Valerio Mastandrea (Andrea Bottini) l Valeria Bruni Tedeschi (Danielle) l Michela Cescon (Anna) l Anna Bonaiuto (Evelina Pileggi)

Titolo originale: VIVA LA LIBERTÀ Scheda film
Tratto dal romanzo Il trono vuoto di Roberto Andò. Enrico Olivieri (Toni Servillo) è uno scaltro e navigato politico il cui declino sembra ormai inesorabile. Tutte le proiezioni lo vedono perdente alle imminenti elezioni e il suo partito vuole scaricarlo. Decide così di scomparire: si rifugia in incognito a Parigi da una sua ex fiamma, Danielle (Valeria Bruni Tedeschi), ora sposata con un famoso regista. Il panico serpeggia tra i suoi compagni di partito che non lo trovano più. L'unico a non perdersi d'animo è il suo braccio destro Andrea Bottini (Valerio Mastandrea), al quale viene l'idea di sostituire il politico con suo fratello gemello, Giovanni Ernani (Toni Servillo), professore di filosofia appena uscito da un centro di salute mentale, che ha cambiato cognome per non danneggiarlo. La sostituzione si rivela problematica da gestire ma porta delle piacevoli sorprese. Protagonista assoluto Toni Servillo nella doppia parte, attore napoletano di statura europea qualunque cosa faccia. È un conte philosophique  “in positivo” che esorta al cambiamento una classe politica che si è allontanata dalla vita, dall'umanità, dai cittadini. ROBERTO ANDÒ (Palermo, 11 gennaio 1959) La sua formazione ha radici nella letteratura - centrale il rapporto di amicizia con Leonardo Sciascia, che lo spinge a scrivere, introducendolo giovanissimo nel mondo del cinema, dove compirà il suo apprendistato facendo da assistente a Francesco Rosi, che considera il suo maestro, Giacomo Battiato, Federico Fellini (E la nave va), Michael Cimino (Il Siciliano), Francis Ford Coppola (Il Padrino parte III). Il suo esordio avviene però a teatro, nel 1986, con uno spettacolo tratto da un testo inedito affidatogli da Italo Calvino, La foresta-radice-labirinto, una favola filosofica messa in scena con i bozzetti di Renato Guttuso. Il suo primo film, prodotto da Giuseppe Tornatore, Il manoscritto del Principe (2000), incentrato sugli ultimi quattro anni di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è molto apprezzato dalla critica internazionale. Sul tema della scrittura e della creazione è anche il noir Sotto falso nome (2004). Viaggio segreto (2006) è tratto dal romanzo Ricostruzioni di Hosephine Hart. Con Il Trono vuoto (2012) vince il Premio Campiello opera prima, da cui trae il film Viva la libertà (2013) Premio Internazionale Cinema Narrativa Efebo d’Oro, 2 David di Donatello, 2 Nastri d’argento (da Wikipedia, Il Morandini)


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Le vacanze di Monsieur Hulot

Copertina 30.07.14 ore 16.00

LE VACANZE DI MONSIEUR HULOT Di: Jacques Tati 1953, Fr 96 min.

Con: Jacques Tati (Monsieur Hulot) l Natalie Pascaud (Martine) l Louise Perrault (Monsieur Fred) l Michèle Rolla (La zia di Martine) l André Dubois (Il Comandante) l Suzy Willy (La Sposa del Comandante) l Valentine Camax (Signora Inglese) l Lucien Frégis (L’Albergatore) l Raymond Carl (Il Cameriere)

Titolo originale: LES VACANCES DE MONSIEUR HULOT Scheda film
Monsieur Hulot (Jacques Tati), a bordo del suo scoppiettante macinino arriva a Saint-Marc-sur-Mer, un villaggio balneare della costa bretone per trascorrere le vacanze in una pensioncina familiare e gli capitano tante piccole disavventure. Finiscono le ferie, tutti si salutano e rimane la malinconia. Non essendoci una trama vera e propria, il film si svolge tra piccole gag in cui sono coinvolti i personaggi che popolano la spiaggia e la pensione: francesi, americani, giovani, anziani, bambini e camerieri. 2° lungometraggio di Tati, per molti è il suo capolavoro. La sua comicità di osservazione (Hulot è un testimone e un rivelatore più che un protagonista) trova qui, attraverso una serie di gag irresistibili, il culmine poetico in un bianconero sonoro e non parlato: le parole diventano rumori. L'uso che fa della realtà è di una modernità anticipatrice. Musica: Alain Romains (sassofono e vibrafono jazzistico). È il primo film nel quale appare il personaggio di Monsieur Hulot, un personaggio molto ben accolto dalla critica e dal pubblico del mondo intero. Premio della critica a Cannes e Prix Delluc 1953. JACQUES TATI (Le Pecq, 9 ottobre 1907 - Parigi, 5 novembre 1982) Nome d’arte adottato a partire dal 1945 da Jacques Tatischeff, regista, attore, mimo e sceneggiatore di origini franco-russo-italo-olandesi. Il suo primo lungometraggio Giorno di festa (1949) ricevette il Grand prix du cinéma français. Le vacanze di Monsieur Hulot  è del (1953). Per Mio zio (1958) ricevette l’Oscar al miglior film straniero. Tempo di divertimento (1967) richiese investimenti enormi (la costruzione della scenografia di Tativille). I suoi film sono improntati a una comicità prevalentemente visiva, con pochissimi dialoghi e una cura meticolosa delle colonne sonore. Ritraggono, in un continuo susseguirsi di gag senza un apparente filo conduttore, le abitudini e i tic del francese medio. A dispetto del riferimento ad un esemplare umano facilmente individuabile, il complesso e sottile umorismo visivo, supportato da un uso creativo degli effetti sonori, l’ironia misurata e la garbata comicità che hanno caratterizzato in modo inimitabile l’opera di Tati e contribuito a farle assumere un valore che supera la collocazione temporale e ogni contesto culturale, tanto da conferirle una dimensione universale che solo pochi grandi autori del cinema hanno raggiunto (da Wikipedia, Il Morandini)


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Carnage

Copertina 25.06.14 ore 16.00

CARNAGE Di: Roman Polanski 2011, Fr-Germ-Pol-Sp, 80 min.

Con: Jodie Foster (Penelope Longstreet) l Kate Winslet (Nancy Cowan) l Christoph Waltz (Alan Cowan) l John C. Reilly (Michael Longstreet)

Titolo originale: CARNAGE Scheda film
Due adolescenti litigano per futili motivi in un parco e uno dei due finisce all’ospedale con un dente rotto. I genitori decidono di incontrarsi per discutere civilmente la vicenda. I coniugi Longstreet, genitori della vittima, appaiono persone cordiali e pacate: Michael (John C. Reilly) è rappresentante di articoli per la casa, Penelope (Jodie Foster) una scrittrice appassionata d’arte. I coniugi Cowan: l’avvocato Alan (Christoph Waltz) e l’operatrice finanziaria Nancy (Kate Winslet), appaiono molto presi dal loro lavoro, stressati e privi di quell’interesse protettivo verso il figlio che invece dimostrano ampiamente i Longstreet. Gli iniziali convenevoli si trasformano in un crescendo di accuse e velenosi attacchi personali dando via a una autentica carneficina (Carnage) psicologica. La visita sembra concludersi diverse volte, ma nel momento in cui i Cowan si accingono ad andarsene avviene sempre uno scambio di parole dai toni sempre più accesi, che li induce a rientrare e riprendere la discussione sui reciproci metodi educativi, fino a vanificare ogni tentativo di mediazione. Le coppie stesse si dividono in un assurdo carosello in cui tutti sono contro tutti e i temi del litigio si spostano dal problema originario andando a toccare sciocchezze quotidiane ma anche temi esistenziali. Film di 75 minuti girato in una sola location con 4 personaggi. Perspicace studio sulle dinamiche dei conflitti umani. Tratto dalla pièce di Yasmina Reza (Il dio del massacro), co-sceneggiato e diretto da Polanski. ROMAN POLAŃSKI nome d’arte di Rajmund Roman Thierry Liebling (Parigi, 18 agosto 1933) Regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico polacco naturalizzato francese. Studia recitazione, teatro e regia presso la Scuola di Cinema di Łódź. Il suo primo lungometraggio è del 1962: Il coltello nell’acqua, grande successo commerciale e di critica, candidato al Premio Oscar per il miglior film straniero. Emigra in Gran Bretagna dove inizia la sua fruttuosa collaborazione con lo sceneggiatore francese Gérard Brach con tre film: Repulsione, un horror psicologico influenzato dal cinema di Buñuel e Cocteau e dagli horror anni Cinquanta di Clouzot e Hitchcock; Cul-de-sac, una tragicommedia il cui tono è debitore al teatro di Beckett e Pinter. Per favore… non mordermi sul collo, una parodia dei film di vampiri della Hammer Film Productions (Parzialmente girato tra l’Alpe di Siusi e la Val Gardena). Il culmine della sua carriera è Il pianista, Palma d’oro a Cannes nel 2002 e Premio Oscar nel 2003. Con L’uomo nell’ombra (Ghostwriter) nel 2010 ottiene l’Orso d'argento per la regia. Carnage è del 2011. Leoncino d’oro Agiscuola al Festival del Cinema di Venezia. Premio César per il miglior adattamento. Nel 2013 dirige Venere in pelliccia, ispirato al romanzo di Sacher-Masoch. (da Wikipedia)


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Cuori

Copertina 28.05.14 ore 16.00

CUORI Di: Alain Resnais 2006, Fr-It, 123 min.

Con: Sabine Azéma (Charlotte) l Isabelle Carré (Gaëlle) l Laura Morante (Nicole) l Pierre Arditi (Lionel) l André Dussollier (Thierry) l Lambert Wilson (Dan)

Titolo originale: COEURS Scheda film
I destini di sei persone s'incrociano con apparente casualità nel 13° Arrondissement di Parigi, vicino alla Bibliothèque de France mentre fuori, incessante, cade la neve. Thierry (André Dussollier) agente immobiliare solitario, cerca un appartamento per Nicole (Laura Morante) e Dan (Lambert Wilson), una coppia in crisi. Dan passa molte sere al bar a bere e raccontare le sue disillusioni al barista Lionel (Pierre Arditi), il quale deve chiedere aiuto per dare assistenza al padre infermo durante le ore di lavoro serali e questo aiuto viene offerto da Charlotte (Sabine Azéma), la collega di Thierry. Completa il gruppo Gaëlle (Isabelle Carré), la sorella di Thierry, giovane donna che cerca il vero amore attraverso gli annunci personali sui quotidiani. Per la seconda volta, dopo Smoking; No Smoking, Resnais attinge al commediografo inglese Alan Ayckbourn, autore di Private Fears in Public Places. L'ha adattato un nuovo collaboratore, l'autore e regista di teatro Jean-Michel Ribes. È il suo 4° film di origine teatrale. Leone d’argento e Premio Pasinetti (Laura Morante) a Venezia, Orso d’oro a Berlino. ALAIN RESNAIS (Vannes, 3 giugno 1922 - Parigi, 1 marzo 2014) Regista francese, si è distinto anche per la sua attività di teorico del cinema. Fu uno degli ispiratori della Nouvelle Vague, di cui fu sempre un punto di riferimento, pur non aderendovi mai ufficialmente. La sua opera rimette in causa i codici della narrazione cinematografica tradizionale: abolisce il racconto a intrigo per esplorare le combinazioni narrative, le analogie, le realtà aleatorie e non lineari, facendo così incrociare diversi personaggi, percorsi temporali o piani di realtà nello stesso luogo (come in L'anno scorso a Marienbad e La vita è un romanzo) o in universi volutamente artificiali e teatrali (Smoking/No Smoking, Pas sur la bouche, Parole, parole, parole...). La costruzione anti-naturalistica del racconto gli permette di indagare nei dettagli la condizione umana dei personaggi (Mio zio d'America è paradigmatico) A questa ricerca si aggiunge il minuzioso lavoro di montaggio (sempre curato o supervisionato dal regista) che giustappone spazi e tempi per sondare la memoria e l'immaginazione collettive o individuali; un processo che consente di illustrare il caos di esistenze fatte di immagini contraddittorie, frammenti di ricordi, avvenimenti vissuti o immaginati, uniti in modo più simile alla realtà sensibile che all'ordine della narrazione classica. Questa costruzione unisce il "tempo sensibile" caro a Proust con una composizione filmica vicina alla musica sinfonica (evidente in film come Hiroshima mon amour, Je t'aime, je t'aime e Providence). (da Wikipedia)


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Il cammino di Santiago

Copertina Il cammino di Santiago

30.04.14 ore 16.00

IL CAMMINO DI SANTIAGO Di: Emilio Estévez 2010, USA, 123 min.

Cast: Martin Sheen l Emilio Estevez l Deborah Kara Unger l Yorick van Wageningen l James Nesbitt l Renée Estevez

Titolo originale: THE WAY Scheda film
Tom, un oculista californiano, si reca a St. Jean Pied de Port, in Francia (Aquitania, dipartimento Pirenei Atlantici) per recuperare il corpo del suo unico figlio Daniel, deceduto in una bufera mentre percorreva a piedi il cammino di Santiago de Compostela. Spinto dal dolore e dalla voglia di capire il figlio, Tom, cattolico non praticante, con lo zaino di Daniel in spalla e una guida in mano, si incammina lungo gli 800 km di strada che si snodano fra i Pirenei francesi fino a Santiago. Lungo il percorso si rende conto che non è solo in questo viaggio e inizia a capire cosa significa essere cittadino del mondo, scoprendo la differenza tra “la vita che viviamo e quella che scegliamo di vivere” e che il meglio e il peggio di ciascuno di noi è spesso rappresentato dai nostri figli. Fa amicizia con tre pellegrini speciali: un olandese verboso e goloso, uno scrittore irlandese logorroico e pedante e una bella, sdutta canadese dalla lingua tagliente. 5° lungometraggio dello scrittore-regista Estévez, che dirige per la terza volta suo padre e dedica il film al nonno. EMILIO ESTÉVEZ (New York, 12 maggio 1962) Attore, regista e sceneggiatore. Primogenito dell’attore Martin Sheen. Tutti attori anche i fratelli Charlie Sheen, Ramon Estévez, Renée Estévez. Al debutto sceglie di usare il cognome di famiglia al posto del nome d’arte del padre. Negli anni Ottanta fa parte del gruppo di attori chiamato Brat Pack che recita in film orientati ad un pubblico giovanile tra cui I ragazzi della 56ª strada (1983) Breakfast Club (1985) St. Elmo's Fire (1985). Nel decennio successivo è tra i protagonisti di una serie di film della Disney, The Mighty Ducks. Recita quindi a fianco del fratello Charlie Sheen in un episodio della sit-com Due uomini e mezzo (2008). Esordisce alla regia con Wisdom (1986), seguono Il giallo del bidone giallo (1990) e Conflitti di famiglia (1996). Dirige e interpreta Bobby (2006) dedicato alla figura di Robert Kennedy. Scrive, dirige e interpreta Il cammino per Santiago (2010), basato sul libro di Jack Hitt: Off the Road. A Modern-Day Walk Down the Pilgrim's Route into Spain.

 


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Chelsea on the Rocks

Copertina

26.03.14 ore 16.00

CHELSEA ON THE ROCKS Di: Abel Ferrara 2008, USA, 88 min.

Cast: Abel Ferrara l Milos Forman l Vito Acconci l Gaby Hoffmann l Dennis Hopper l Ethan Hawke l Grace Jones l William S. Burroughs l Andy Warhol l Janis Joplin

Titolo originale: CHELSEA ON THE ROCKS Scheda film
Costruito nel 1883, Il Chelsea Hotel a Manhattan è divenuto sinonimo di vita spericolata avendo dato riparo ad artisti come Dylan Thomas, Arthur Miller, Mark Twain, Tennesee Williams, Charles Bukowski, Janis Joplin, William Burroughs, Joni Mitchell, Patti Smith, Tom Waits, Jimi Hendrix, Sid Vicious. Hanno salito le sue scale Dennis Hopper, Robert Mapplethorpe, Stanley Kubrick, Milos Forman, Ethan Hawke, Donald Sutherland, Jane Fonda, Leonard Cohen. È di loro che Ferrara parla in questa docufiction che intende fissare per i posteri la vitalità e la assoluta noncuranza nei confronti di qualsiasi regola codificata degli ospiti dello storico albergo. Lo fa mescolando generi e stili di narrazione, con una quasi assoluta noncuranza nei confronti dello spettatore che non viene aiutato con didascalie nel riconoscere i personaggi chiamati in causa sui cui volti il tempo non è passato invano. Riesce però a provocare lo sguardo e la memoria con testimonianze inedite di un'atmosfera che lui stesso definisce così: "Il fatto che viviamo nello stesso edificio o, come uno dei suoi residenti fissi ha detto, nello stesso vortice ha sollecitato la realizzazione di questo progetto così come l'hotel ha ispirato le grandi opere che sono state realizzate qui per generazioni di artisti". ABEL FERRARA (New York, 19 luglio 1951) Regista, attore, sceneggiatore, musicista. Fino al 1996 collabora con l’amico Nicholas St. John, sceneggiatore dei suoi film più famosi. Il suo primo film The Driller Killer (1979) riscuote un buon successo fra gli amanti del genere splatter. Con L’angelo della vendetta (1981) opta per una regia più sobria. Per Paura su Manhattan (1984) interpretato da Melanine Griffith, il budget fu enorme. China Girl (1987) è una sorta di Romeo e Giulietta ambientato a Little Italy. Il gangster movie King of New York (1990) ottiene un grande successo di pubblico e di critica e apre le porte della notorietà in Europa. Dirige quindi tre film che rappresentano la massima espressione della sua filosofia del peccato e della redenzione: Il cattivo tenente (1992) Occhi di serpente (1993) The Addiction (1995). Il noir Fratelli (1996) è l’ultima sceneggiatura scritta da St. John. Con il thriller Il nostro Natale (2001) ritorna ai temi dei suoi esordi. In Italia gira Mary (2005) che vince un premio speciale a Venezia. A Cinecittà dirige Go Go Tales (2006). A New York gira Chelsea on the Rocks (2008). 4:44 Last Day on Earth (2011) ha l’anteprima a Locarno dove riceve il Pardo d’onore. (da MyMovies, Wikipedia)


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Le idi di marzo

Copertina Le idi di marzo26.02.14 ore 16.00

LE IDI DI MARZO Di: George Clooney 2011, It, 101 min.
Con: Ryan Gosling (Stephen Meyers) George Clooney (Governatore Mike Morris) Philip Seymour Hoffman (Paul Zara) Paul Giamatti (Tom Duffy)

Titolo originale: THE IDES OF MARCH Scheda film
L’ambizione seduce, il potere corrompe. Mike Morris (George Clooney) è governatore della Pennsylvania e candidato democratico alla presidenza in competizione con il senatore dell’Arkansas Ted Pullman, supportato nella campagna elettorale da Tom Duffy (Paul Giamatti).  I due candidati sono in Ohio, e i loro collaboratori - il responsabile della campagna di Morris è Paul Zara (Philip Seymour Hoffman) - cercano l’approvazione del senatore democratico della Carolina del Nord Franklin Thompson, che può far ottenere a uno dei due la vittoria alle primarie. A parole liberal, cioè progressista, Morris si affida per la propaganda elettorale al giovane e brillante addetto stampa Stephen Meyers (Ryan Gosling). Competente, energico, idealista, impara presto quanto la politica sia un sistema fatto di congiure di palazzo, intrallazzi di bottega, malafede, populismo, doppia morale, compromessi di coscienza, servilismo, fame di potere e di denaro. E si adegua. Al servizio di un film che gli appartiene anche a livello produttivo, Clooney è un regista che sa scegliere gli attori giusti e dirigerli con competenza. Efficace anche la colonna musicale di Alexander Desplat.
GEORGE CLOONEY (George Timothy Clooney) (Lexington-Kentucky, 6 maggio 1961) Attore, regista, sceneggiatore e produttore. Debutta come attore televisivo nel 1978. I riconoscimenti giungono grazie al ruolo del pediatra “Doug” Ross nella serie televisiva E.R. Medici in prima linea (1994-99). La collaborazione con Steven Soderbergh inizia con Ocean's Eleven (2001), il primo grande successo e inizio di una trilogia. Debutta nella regia con il thriller Confessioni di una mente pericolosa (2001) seguito da Good Night, and Good Luck. (2005). È protagonista della commedia brillante Prima ti sposo poi ti rovino (2003) di Joel e Ethan Coen. Nel 2006 vince il Premio Oscar come miglior attore non protagonista in Syriana (2005). Viene nuovamente nominato per la sua interpretazione in Michael Clayton (2008) e dirige il suo terzo film In amore niente regole (2008). Ottiene la quinta candidatura all’Academy Award per la sua interpretazione in Tra le nuvole (2009) di Jason Reitman. Nel 2011 è impegnato in Paradiso amaro di Alexander Payne e dirige il suo quarto film Le idi di marzo (2011). Il secondo Oscar lo ottiene come produttore per il miglior film Argo (2013). È protagonista in Gravity (2013) di Alfonso Cuarón. Nominato una delle 100 persone più influenti dalla rivista Time e l’Uomo vivente più sexy dalla rivista People, Clooney è anche noto per il suo attivismo sociale, dal 2008 è uno dei Messaggeri di Pace delle Nazioni Unite. (da Il Morandini - Wikipedia - IMDb)


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L'ora di religione

Copertina L'ora di religione29.01.14 ore 16.00

L'ORA DI RELIGIONE Di: Marco Bellocchio 2002, It, 102 min.
Con: Sergio Castellitto (Ernesto Picciafuoco) Jacqueline Lustig (Irene Picciafuoco) Chiara Conti (Diana Sereni) Piera Degli Esposti (Zia Maria)

Titolo originale: L’ORA DI RELIGIONE - IL SORRISO DI MIA MADRE Scheda film
Pittore affermato, padre affettuoso e marito separato, Ernesto Picciafuoco viene da una famiglia decaduta che vuole riconquistare il prestigio grazie ad una canonizzazione e si adopera affinché la madre, uccisa da Egidio, uno dei figli malato di mente, venga fatta santa. Il processo di beatificazione è già in atto da tre anni ed Ernesto è l'unico a non esserne al corrente: i parenti si prodigano nel creare attorno alla donna una mitizzazione che non condivide, né personalmente (ritiene la madre una donna stupida che ha rovinato la vita dei figli) né ideologicamente, in quanto ateo convinto. Accorgendosi dell’ipocrisia dominante nella sua famiglia arriva perfino a ipotizzare che il miracolato, un amico di famiglia improvvisamente guarito invocando la santa, sia stato pagato dai fratelli per avere il benestare della Curia. Coerente con le sue idee, Ernesto non si reca all'udienza per la canonizzazione e accompagna il figlio a scuola. Con le armi della dialettica, della bellezza e dell'amore, il regista toglie alla cultura dominante la maschera che copre il riflusso, la restaurazione, il ritorno al conformismo. Menzione speciale della Giuria ecumenica a Cannes. 4 Nastri d'argento (regia, soggetto, attore, suono in presa diretta). Oscar europeo e Globo d'oro a Castellitto. Globo d'oro (miglior film).
MARCO BELLOCCHIO (Bobbio, 9 novembre 1939) Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Fin da piccolo alle scuole salesiano la sua irriverenza verso i canoni clericali lo porta a essere considerato un ribelle. Il suo primo lungometraggio I pugni in tasca (1965) viene selezionato a Locarno. Rievoca la sua infanzia in chiave grottesca nel film Nel nome del padre (1972) con Laura Betti. Dirige Volonté in Sbatti il mostro in prima pagina (1972). Rivolge un duro atto d’accusa contro i manicomi in Nessuno o tutti - Matti da slegare (1975), co-diretto con Agosti, Petraglia, Rulli. Gira una versione in commedia di Čechov Il gabbiano (1978), conosce lo psichiatra Massimo Fagioli, che parteciperà attivamente alla realizzazione di Diavolo in corpo (1986) La condanna (1991) (Orso d’argento a Berlino) Il sogno della farfalla (1994). Dirige Mastroianni in Enrico IV (1984) da una commedia di Pirandello. Da tragedia di von Kleist realizza Il principe di Homburg (1997). Dirige Castellitto in L'ora di religione (2002). Rievoca la prigionia di Moro in Buongiorno, notte (2003). Dirige nuovamente Castellitto in Il regista di matrimoni (2006). Racconta la tormentata vita di Ida Dalser in Vincere (2009). Nel 2011 riceve il Leone d’oro alla carriera a Venezia, dove presenta in anteprima Bella addormentata (2012) che affronta il tema dell’eutanasia, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro e di suo padre. (da Wikipedia, Il Morandini, IMDb)


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  • 24.09.14

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  • 25.06.14

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  • 30.04.14

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